2016 Books

Ormai è tradizione, a inizio anno arriva il post con i libri letti l'anno precedente e con me che mi lamento di aver letto troppo poco, e a noi piacciono le tradizioni. Quindi inizio dicendo che quest'anno ho letto troppo poco, meno dell'anno scorso, ho almeno sei libri a casa impilati sul comodino che aspettano solo di essere letti (un comodino figurativo). Purtroppo non è stato il migliore degli anni e questo non mi ha dato né il tempo, né la serenità per sedermi a leggere. Conto sul 2017, diciamo.

La tradizionale lista mostra diversi libri in grassetto, che è cosa buona e giusta (sono quelli che mi sono piaciuti e che consiglio), ma sopratutto tra questi ci sono diversi autori che non avevo mai letto, e quindi belle scoperte che mi sto portando nel 2017 - alcuni proprio sul comodino.
  1. L'uomo duplicato - Saramago
  2. Libertà - Franzen
  3. Una cosa divertente che non farò mai più - Foster Wallace
  4. La verità sul caso Harry Quebert - Dicker
  5. Il cardellino - Tartt
  6. Questa notte mi ha aperto gli occhi - Coe
  7. L'amore non guasta - Coe
  8. La ragazza del treno - Hawkins
  9. Emma - Austen
  10. Il confessore - Nesbo
  11. Trilogia della città di K. - Kristof
  12. Guida galattica per autostoppisti - Adams
  13. Pastorale Americana - Roth
  14. Il piccolo amico - Tartt
  15. La luna e i falò - Pavese
  16. Woobinda - Nove

Saramago continua ad essere una certezza e lo sto centellinando perché lui stesso potrebbe scrivere un libro sulla reazione del mondo quando non ci saranno più libri di Saramago da leggere. L'Uomo Duplicato lo metto al secondo posto dopo Cecità, ti prende proprio allo stomaco e non lo metti mai giù.


Libertà di Franzen è molto bello, lui è in grado di analizzare l'uomo come pochi altri, ma continuo a trovarlo un autore difficile (SI' SONO STUPIDA) e quindi non lo metto tra i preferiti dell'anno. Mi ha invece totalmente conquistato David Foster Wallace con Una cosa cosa divertente che non farò mai più, che non è un romanzo ma un saggio e so che saggio è una parola che fa paura, ma questo fa ridere. Io pensavo di essere una persona brillante, ma a confronto sono tristetristetriiiste. No ok non è che voglio paragonarmi a DFW, ma noi, noi tutti, popolo dell'internet che viviamo di tweet simpatici, gif e meme, noi ci crediamo tanto sarcastici ma siamo dei dilettanti. E voi, se vi ritrovate in queste tre righe qui sopra, questo è il libro per voi.
Spinta dall'entusiasmo avevo deciso anche di affrontare Infinite Jest e poi La scopa del sistemacome raccontavo qui. Purtroppo durante l'anno non sono arrivati momenti migliori che mi hanno permesso di leggere il primo o di riprovare con il secondo (ho lavorato durante tutta l'estate e anche a Natale che bella la vita - ok questo è un altro post).

Il quarto e quinto sono i libri che ho regalato a mia mamma per Natale e poi rubato, ho molto da dire su tutti e due per motivi completamente diversi: La verità sul caso Harry Quebert è stata la grande delusione del 2016, non perché sia il libro più brutto della lista (non lo è), ma per la differenza tra aspettative e realtà. Ne avevo sentito parlare moltissimo, da tante persone e sempre bene, è stato un caso editoriale e ce n'erano pile in tutte le librerie (ok questo di solito è un campanello d'allarme, ma qui non c'era l'aurea da libro di merda) e invece è stato una vera delusione: un thriller molto semplice e lineare, banale e che non sorprende mai. Non bruttissimo, per carità, però MEH. Diciamo leggibile, adatto a quei periodi in cui non riesci a leggere niente e hai bisogno di un libro leggere che vada via liscio e ti faccia riprendere il ritmo, infatti è piuttosto lungo ma va via velocissimo. Una cosa più dignitosa di I love shopping, dai.
Il cardellino è invece BELLISSIMO. Se n'è parlato abbastanza ma non abbastanza, mi è piaciuto così tanto che l'ho regalato a Natale - e sappiamo com'è difficile regalare libri a persone che leggono. Anche questo piuttosto lungo ma credo di averlo letto in tre giorni perché non riesci a staccarti, e ho subito messo Donna Tartt nella lista degli autori da conoscere meglio. Verso la fine dell'anno ho letto di suo anche Il piccolo amico, che ho trovato piuttosto bruttino al punto da pensare di non averlo capito fino in fondo, per poi scoprire che è considerato il suo libro peggiore. Conto di rifarmi con Dio di illusioni che ho già a casa.

I due libri di Coe (arrivati entrambi da Bookmooch) sono piuttosto trascurabili, carini, leggibili, ma niente di speciale o che si avvicini a La casa del sonno, che rimane il mio preferito di Coe.

La ragazza del treno, qualcuno deve avere il coraggio di dirlo, è semplicemente BRUTTO. Smettiamo di parlarne perché davvero qui il caso editoriale non si spiega, siamo davvero al livello di I love shopping, solo di un genere diverso. Oltre che una storia banale e un thriller senza suspance è proprio scritto malino, con frasi che sembrano pensierini.

Fa sempre parte del mio progetto di conoscere Jane Austen la lettura di Emma, un libro molto bello in cui sembra incredibile ma puoi riuscire ad odiare tutti, proprio tutti, per prima lei protagonista. Ho parlato molto da sola leggendo questo libro perché gli insulti che pensavo non potevano rimanere inespressi.

Il confessore di Nesbo è un thriller non molto thriller, non male ma nemmeno niente di entusiasmante, non credo che il genere thriller svedese sia esattamente roba mia.

Quando ho finito La trilogia della città di K mi sono molto arrabbiata perché ne ho parlato sui social e tutti lo conoscevano e nessuno mi aveva detto niente. Amici, questi sono i libri di cui bisogna parlare di più. Consigliatissimo anche a chi (come me) non aveva mai nemmeno sentito nominare il titolo.

Guida galattica per autostoppisti l'ho letto per sfida personale, non so perché avevo in antipatia questo libricino bibbia dei nerd di tutto il mondo. Lo metto tra i libri consigliati perché ci sta, va letto per capire il genere e tutto il fanclub che ci sta attorno, devo dire che mi ha fatto anche un po' venire quell'invidia che ho sempre per quegli scrittori che si sanno inventare interi mondi, ma purtroppo Douglas Adams non avrà un posto nel mio cuore.

Pastorale americana era nella lista di (due) libri che non sono riuscita a finire (insieme a Lessico famigliare della Ginzburg), e onestamente non so perché. L'ho recuperato dalla libreria che aveva ancora il segnalibro a pagina 50 e ricordo che ci avevo provato più di una volta. Ho un po' paura a parlare perché conosco diverse groupie di questo libro e ogni volta che provo a dire qualcosa questo si trasforma in "allora ti ha fatto schifo". Allora mi limito a dire che non è una passeggiata, ma è molto bello, e ci sono alcuni passaggi di cui è facile innamorarsi.
Rimane il fatto che, in ogni modo, capire la gente non è vivere. Vivere è capirla male, capirla male e male e poi male e, dopo un attento riesame, ancora male. Ecco come sappiamo di essere vivi: sbagliando. Forse la cosa migliore sarebbe dimenticare di aver ragione o torto sulla gente e godersi semplicemente la gita. Ma se ci riuscite... Beh, siete fortunati.
La luna e i falò è in questa lista perché ogni tanto mi piace rileggere i classici che tra medie e superiori erano nella lista dei 30 libri da leggere per le vacanze. Molti sono romanzi di formazione che già mi erano piaciuti ma sono convinta che la metà non li ho capiti fino in fondo, e mi piace riscoprirli.

Ho finito l'anno in stranezza con Woobinda di Aldo Nove, uno strano libro di strani racconti scritti in modo strano, che a tratti ti fa venire le rughe tra le sopracciglia a pensare "ma perché?" e a tratti fa ridere. Sono molto curiosa di leggere altro di Aldo Nove, magari non nel genere racconti.

Come detto, ho già un comodino impegnato dalla Tartt, Aldo Nove, Saunders (che non conosco ma mi è stato consigliato). C'è sempre anche Delitto e castigo che ho paura di affrontare. Vorrei leggere qualcos'altro di Pavese e magari qualcosa di Calvino. Voglio assolutamente continuare con Easton Ellis e sono sempre alla ricerca di qualcosa di fantasy che valga davvero la pena.

Se qualcuno vuole consigli nella pagina Books ci sono tutte le liste aggiornate per anno, mentre sotto il tag Books tutti i miei post in cui vagamente parlo di libri (no recensioni perché non mi piacciono - non le so fare - non le voglio leggere).

3 canzoni per la fine del 2016

Faith - Stevie Wonder feat. Ariana Grande


Stevie Wonder lo metto nel gruppone della musica che mi fa felice, se sono triste metto una canzone a caso, inizio a battere il piedino a muovere la testa le spalle a ritmo e canto (a caso, sempre a caso), se sono sola potrei anche alzarmi a ballare qui lo dico e qui lo nego. In questa canzone con Ariana Grande, che per quanto io mi sforzi di considerare una cretina vestita da Bratz con la coda troppo alta e troppo lunga che piace alle quattordicenni, è una bomba: la sua partecipazione alla Wheel of musical impressions di Jimmy Fallon è una delle migliori.

Waste a moment - Kings of Leon


I Kings of Leon non deludono nel 2016 e tirano fuori un album bello che non ha niente da invidiare agli altri più vecchi, e di questi tempi non è per niente scontato. Waste a moment me la vedo molto come canzone da auto per muovere la testa a ritmo e urlare e farsi guardare male da chi ti vede al semaforo.
Molto bella anche Walls, ma sul genere lacrime-ammore-romanticismo abbiamo già un vincitore (vedi sotto), mi pare comunque che il singolo non sia ancora uscito, quindi magari la mettiamo tra quelle del 2017.

Re-arrange - Biffy Clyro


Questa è la canzone che sto ascoltando in loop da giorni, dopo averla sentita in radio definita da Linus "la canzone più bella della fine del 2016" e in effetti ha ragione, Linus ha sempre ragione. È romanticissima e posso già immaginarla nella scena madre di un film romantico hipster, è perfetta per quel momento topico in cui lui e lei costretti a stare lontani per forze di causa maggiore cedono e fanno all'ammore per la prima volta.
I've got a lot of love
And I've got a lot of ways to show it
You should know by now that I'm broken
And I need your help
I wrote a hundred songs
To make sense of the meaningless
I'll un-write them all if you help me clear up this mess
Ovviamente il bacio scatta nel momento in cui lui parte col ritornello "Cause I would never break your heart".
Mi piace così tanto che credo potrebbe anche finire nella pagina Soundtrack dove ho raccolto un po' delle mie canzoni preferite.
Il video (che purtroppo non sono riuscita a caricare qui - questo è il link) è un inno alla unconventional bellezza di Simon Neil (che noi amiamo, spero sia una cosa diffusa) che sembra girato nel mondo di tumblr, ogni singolo fotogramma potrebbe essere estratto ed essere una foto perfetta.

A dicembre si parla di agende

Per i veri fanatici delle agende io sono sicuramente in estremo ritardo, ma a me l'agenda piace comprarla a fine anno. È proprio un rito e penso che se la comprassi a settembre o alla prima occasione in cui ne vedo una carina poi a dicembre mi mancherebbe qualcosa, e finirei probabilmente a comprarne due (o più) che poi non userei. Diciamo che la vedo come un autoregalo, forse un pochino di buon auspicio. 
Nonostante io sia piuttosto ossessiva in molte cose, l'agenda non è una cosa in cui sono costante, nel senso che la vivo normalmente, come una cosa utile come il panno per pulire gli occhiali. Se dovessi decidere di essere costante e di dover avere una bella agenda non ne uscirei viva: un po' come all'università quando avevo scritto gli appunti in modo disordinato (per i miei standard) e quindi li ricopiavo perché mi dava fastidio rileggerli. Ricopiare un'agenda sarebbe decisamente, decisamente, troppo. In più , non mi sento di dover dare così tanta attenzione a una cosa dove scrivo cose poco cool come:
* APERTE NUOVE LENTI A CONTATTO
* PAGARE AFFITTO
* APERITIVO 8:30
* COMPRARE CEROTTO ANTICONCEZIONALE
* RITIRARE SACCHETTI UMIDO

La mia agenda è infatti solo personale, a lavoro ho sempre usato un normale quaderno dove prendere appunti + segnare le cose da fare e ricordare, mentre per le scadenze e gli appuntamenti trovo più comodo Outlook, non sono mai riuscita a utilizzare i planner suddivisi per giorni. Tanto poi le riunioni si spostano e le scadenze si anticipano e avere sempre sottomano un planner disordinato mi farebbe venire solo il nervoso. 
Ovviamente, essendo io comunque un essere umano di genere femminile, essendo abbastanza presente su Instagram e Pinterest, ed essendo attorniata da amiche più o meno fan della cartoleria non sono immune a tutto il business delle agende/planner e c'è sempre un momento iniziale in cui le vorrei TUTTE TUTTE TUTTE. Poi riesco però a capire che in realtà mi piacciono ma non così tanto, che mi sto solo facendo influenzare, che non le userei e mi pentirei dell'acquisto. Il processo è di solito:

  1. Uuuuh che carina, poi la posso anche instagrammare
  2. Ma uhm, forse quelle frasette motivazionali finirei per mandarle a fanculo il secondo giorno, e poi su instagram non mi piace fotografare le cose
  3. Ma che palle questa cosa è dappertutto
E questo non vale solo per le agende ma per tutte le cose carine da fotografare che si vedono sui social: dai dentifrici Marvis ai the di tutti i tipi alle scatole di latta ai saponi da 30 euro. Tra le agende/planner che voglio ma in realtà non voglio: 





(ok però la seconda di Paperchase aiuto aiuto) 

Ho usato per un po' di anni la classica Moleskine: piccola, settimanale e nera. Poi mi sono stufata e da un paio di anni ne ho una del marchio Ciak: abbastanza piccola da stare in borsa, in pelle grossa così non si rovina, l'elastico di traverso la rende un po' "quaderno di una volta". Preferisco la versione giornaliera perché riesco a scriverci molto ma rimane comunque non troppo grossa.



Mi resta solo da scegliere il colore 2017, ma credo andrò sul grigio. 

Sì, ma il libro è meglio

Il libro è sempre meglio, rassegnatevi a questo commento: anche se il film è fatto bene il libro da sempre qualcosa in più, senza contare che comporta uno sforzo maggiore che deve essere ricompensato in qualche modo, in questo caso in atteggiamento snob e facoltà di ritenersi fan di serie A.
Cioè scusate, ho letto 12 libri di Game of Thrones e dovrei essere messa al pari di chi si è visto 30 puntatine da neanche un'ora? 7 libri di Harry Potter contro 8 film? Tutto quel MAPPAZZONE de Il Signore degli Anelli contro 8 ore di film?

Tanto comunque sono pochi i film che reggono il confronto con il libro, pochissimi.
Sinceramente, me ne vengono in mente solo alcuni:

  • Trainspotting
  • Fight club
  • Gone girl - L'amore bugiardo
  • Le regole della casa del sidro (sì, mi vergogno, l'ho letto perché ce l'avevo a casa perché i miei negli anni '80 avevano uno di quegli abbonamenti che spedivano i libri per posta)
Qualche raro caso in cui è meglio il film mi è capitato, al momento mi viene in mente The perks of being a Wallflower/Noi siamo infinito. Sarà che ho visto prima il film e scoperto il libro solo dopo, e quindi sapevo già "la cosa", sarà che c'è nel film c'è la colonna sonora che fa molto, sarà che il libro è scritto in forma di lettere a un amico e i romanzi epistolari non mi prendono mai molto. Sta di fatto che il film è molto molto carino ed è diventato uno dei miei preferiti del genere (avevo scritto anche un post) mentre il libro insomma, così così.

Chiedo aiuto per riempire la lista e idee, perché leggere un libro e poi concludere guardando il film è una delle mie cose preferite. 

Noi che non ci viene mai la febbre

Praticamente siamo condannati, noi che non ci viene mai la febbre, che al massimo massimo arriviamo a 37.3 che la gente ti dice vabbè, non è mica febbre, è alterazione.
Addominali d'acciaio formati a colpi di tosse, naso in decomposizione perché soffi troppo il naso, la voce che se ne va per giorni, dolore alle ossa da 92enne poco in forma ma se arrivi a 37 è già tanto.

Cioè dai, lo sanno tutti che se non hai la febbre è una malattia di serie B, anche se ho la seria convinzione che lo spray per il naso che mi ha dato il farmacista sia letale perché non ho ricevuto mai così tante raccomandazioni su come usare un farmaco neanche quando mi hanno aperto in due.

E che fai, vai dal dottore per un raffreddore? No, e infatti ho pure preso un premio in busta paga perché non ho fatto malattia.

Però io ve lo dico, la Rinazina è una droga. Me la metterei anche adesso, che il naso mi si è stappato.

Quello che credo di pensare del femminismo

Inizio a scrivere senza sapere dove andare a parare, è un discorso troppo ampio e difficile e ho paura di dire qualsiasi cosa per fare una brutta figura o essere giudicata male, in più non so bene cosa penso, secondo me hanno ragione tutti e in particolare l'ultimo che parla, oh sì, l'ultimo ha sempre ragione perché è quello che mi ricordo meglio.

Non credo di essere femminista, ma non ho nemmeno ben chiaro cosa voglia dire il termine. Gugoliamo? Gugoliamo.

L'autorevolissima fonte Wikipedia ci dice che:
Con il termine femminismo, generalmente, si può indicare:
  • la posizione o atteggiamento di chi sostiene la parità politica, sociale ed economica tra i sessi, ritenendo che le donne siano state e siano tuttora, in varie misure, discriminate rispetto agli uomini e ad essi subordinate;
  • la convinzione che il sesso biologico non dovrebbe essere un fattore predeterminante che modella l'identità sociale o i diritti sociopolitici o economici della persona;
  • il movimento politico, culturale e sociale, nato storicamente durante l'Ottocento, che ha rivendicato e rivendica pari diritti e dignità tra donne e uomini e che - in vari modi - si interessa alla comprensione delle dinamiche di oppressione di genere.
Ok, allora sono femminista, ma non dovremo esserlo tutti? Non è come dire "sono contro l'omicidio degli essere umani"? Non mi pare esista una parola per questo però certo, esiste la parola femminismo in contrapposizione alla parola maschilismo. Ok, fin qua ci siamo.
Sì tratta di temi però molto importanti: il diritto di voto che c'è da così poco, le disparità sul mondo del lavoro, sentirsi chiedere se hai intenzione di fare figli durante un colloquio di lavoro è una cosa che fa incazzare, anche se capisci le logiche che ci stanno dietro. Sono questioni così importanti, tanto importanti, che quando si tira fuori il femminismo a proposito delle foto di nudo di Emily Ratashfdsajkdlfkosky io non capisco, il mio cervello non ci arriva.

Ho visto i titoli dei giornali americani entusiasti della foto del culo di Justin Bieber e nessuno gridare allo scandalo, ho visto femmine indignarsi della mancata indignazione nei confronti di Justin Bieber nudo, mentre negli stessi giorni tutti a criticare la Kardashian che si fa la foto nuda e per protesta la Rataahdhfoiashfoidahsky, appunto, si fa le foto nude pure lei.

Penso che ogni persona uomo/donna abbia il diritto di mostrare il proprio corpo in ogni momento se si sente di farlo? Sì.
Penso che una persona che fa questo debba essere considerata meno intelligente di un altra? No.
Sono invidiosa del suo corpo? Ovvio.
Penso che le critiche siano tutte mosse da invidia? No.
Penso che se tutte avessimo il fisico di Emrata staremo anche noi tutto il tempo a fotografarci nude? No.

Tutte le lotte fatte in passato, tutto quello che le donne hanno vissuto e sofferto serve a dare la libertà a tutte di mostrare il proprio corpo nudo liberamente? Sì, anche, dato che ci sono donne al mondo che devono vivere completamente coperte e con una retina davanti agli occhi.
Nonostante questo, nonostante tutto, io questo non lo capisco.

...

È che una volta finita l'università vai a lavorare e gli step ti sembrano finiti, pensi che una volta presi tutti i pezzi di carta che servono per essere una brava persona il resto venga da sé e invece no, c'è ancora da vivere e questa volta devi fare tutto da sola, non c'è l'anno scandito da trimestri con gli esami alla fine che se li passi sai che sei bravo e puoi essere contento e se non li passi invece c'è qualcosa che non va e ti devi preoccupare.
Nessuno più ti dice cosa devi fare, e capirlo è cazzo-difficile.

Remember me, un film brutto ma brutto forte

Qualche giorno fa ho visto questo film, Remember me, una cosa romantico-drammatico-tragica che mi ha fatto molto molto molto incazzare. Di solito mi piacciono questi film, ho una predilezione per i film che fanno piangere, e nonostante io mi ritrovi spesso a dire "Sììì fa tanto piangere, è bellissimo", questo non vuol dire che se fa piangere è bello. Tanto per cominciare io piango anche guardando Centovetrine, piango ogni volta che vedo qualcuno piangere proprio come reazione fisica, come quando sbadigli dopo aver visto un'altra persona sbadigliare. E ci sono certe volte in cui hai proprio voglia (o bisogno) di un film da piangere, ma bisogna piangere bene, perché piangere coi lucciconi finti di Gabriel Garko non porta nessun giovamento.

Ora farò una cosa che non faccio mai e cioè raccontare il film: io, proprio io che "mi è piaciuto è già spoiler", e lo farò come segno di quanto questo film mi abbia fatto incazzare. Dicevo dunque di questo film, che ha per protagonista il caro Robert Pattinson, che a me devo dire non sta neanche antipatico, ma continuo a trovarlo monoespressivo, con quella faccia sempre così da artista represso - oppure da persona che è lì lì per vomitare. Robert Pattinson è un giovane 21enne di famiglia piuttosto ricca, sbandato e spesso ubriaco, traumatizzato dal (tragedia n.1) suicidio del fratello, che voleva fare il musicista ma poi si è ritrovato costretto a lavorare nello studio di avvocati del padre. Il suicidio del figlio maggiore ha ovviamente influito su tutta la famiglia che già di suo non è che fosse molto normale: oltre al complicato Pattinson c'è il padre anafettivo e troppo concentrato sul lavoro e la sorella di 8 anni troppo intelligente e un po' strana e bullizzata dai compagni (tragedia n.2). Il ragazzo Pattinson viene a un certo punto arrestato e a causa del suo atteggiamento da lei non sa chi sono io, anche un po' maltrattato da questo poliziotto. Guarda caso il poliziotto ha una figlia molto carina (che è Claire di Lost) e molto brava ragazza con cui il ragazzo Pattinson decide di provarci per ripicca. I due quindi (momento awww) si innamorano. Ah dimenticavo, (tragedia n.3) la madre della ragazza/moglie del poliziotto è stata uccisa anni prima durante una rapina, lasciando il padre sconvolto e iperprotettivo nei confronti della figlia.
Succedono quindi le solite cose da film romantico: lei litiga col padre e si rifugia dal ragazzo Pattinson, poi scopre che il ragazzo Pattinson si era messo con lei per vendetta e lo molla, poi succede che la ragazzina di 8 anni subisce l'ennesimo e più grave episodio di bullismo e questo porta un po' tutti insieme: il padre si riavvicina ai due figli, la ragazza si riavvicina a Pattinson. Tutto sembra risolversi per il meglio.
Ma che giorno è quando tutto sembra risolversi per il meglio? È (tragedia n.4) l'11/9/2001, guarda caso. Quindi Pattinson, finalmente riappacificato col padre va nel suo ufficio che si trova nelle torri gemelle. E muore.

Adesso io mi chiedo, perché? Che senso ha questa cosa? Il film era già troppo denso di tragedie, senza questo insensato e gratuito finale che sembra proprio messo lì per farti fare quei 3 minuti di pianto in più.
E li ho fatti, ovviamente, Claire piange quindi non posso non piangere, ma non è così che si deve piangere, sono arrabbiatissima.
Ve la do io la lista dei film che fanno piangere, ve la do io.

E adesso odio Robert Pattinson.

Cose a caso

Sono qui stessa sul letto che mi guardo le punte delle dita dei piedi. Starei leggendo, starei, in realtà Emma è qui che mi guarda e faccio un po' fatica ad andare avanti e se giro appena la testa vedo il libro di Jo Nesbo che invece lo so che lo finirei in 2 giorni.
Mi guardo le dita dei piedi che ho appena pitturato di nero, non le unghie ma proprio le dita, nel senso che parto bene e poi finisce che mi pitturo mezzo dito e devo togliere tutto col cottonfiok. Lo smalto sui piedi è solo nero, sia chiaro, il rosso non va bene, il bianco è bello se sei Sincerely Jules, il rosino se sei chic e francese. Per tutte noi comuni mortali lo smalto sui piedi è nero.

Stavo pensando che da quando vivo sola penso poco ai miei genitori. Li vedo una volta la settimana, ci sentiamo un paio di volte al telefono, sempre con mia mamma perché mio papà è allergico al telefono.
Anch'io sono abbastanza allergica al telefono, oltre che abbastanza riservata e quindi finisce che non diciamo granché ma cose come cos'hai mangiato, ho visto un paio di sandali sul giornale, ha piovuto lì stanotte.
Mi sono abituata abbastanza velocemente a stare da sola, a dormire da sola. Faccio le mie cose, mi è capitato di dimenticarmi di telefonare perché stavo guardando un telefilm. È una cosa che non mi fa stare male, lo faccio naturalmente, ma mi intristisce quando ci penso.
Ancora di più, mi rende triste pensare che la loro vita vada avanti senza di me. Un colpo al cuore quando mio papà compra la carne e fa i sacchetti per 3, quando pesa la pasta e va in automatico e non mi conta perché non sono più compresa nel sistema automatico di pesaggio alimenti "a pugnetti".

Non so perché tutto a un tratto mi sono intristita. Questa mattina ero contenta, sono andata in posta a spedire la mia prima vendita su Depop, ho fatto colazione in quella bakery tanto instagram e ho mangiato un cornetto vegano molto buono, ho camminato 5 km, ho provato un top molto bello da Mango e per una volta che c'erano solo L la L mi sta larga, ho cercato jeans neri a vita alta ma non esistono.
E sono tornata a casa, ho attaccato il telefono al caricabatterie perché come al solito ho fatto troppe foto e ora aspetto qui, che la batteria si carichi, che lo smalto si asciughi, che arrivi l'ora per uscire che c'è il mercatino vintage e anche il gay pride, che mi venga voglia di tornare a leggere.

E ora ho anche scritto un post di cose a caso.

Come si dorme

Quando ero piccola mi svegliavo di notte, avevo spesso gli incubi. Non ho mai avuto problemi ad andare a dormire, anzi sono stata una bambina precoce: uno dei cavalli di battaglia di mia mamma quando vuole vantarsi dei prodigi dei suoi figli è raccontare di quando a tre anni, troppo stanca per le fatiche dell'asilo mi addormentavo a tavola buttandomi giù sulle sedie, poi annunciavo che andavo a letto e mi arrangiavo ad andare in camera, mettere il pigiama e mettermi a letto. Non devono esserci stati molti motivi d'orgoglio dopo quello, in effetti.
Comunque. 
Dormivo in camera con mio fratello, nonostante la casa grandissima, ma non serviva molto. Fino tipo ai 10 anni era un incubo ogni sera. Uno era ricorrente: mi trovavo nel giardino di casa, c'era tantissimo vento, il portone era chiuso e non potevo entrare. Allora cercavo un posto dove potermi nascondere e trovavo nel giardino una cabina telefonica, mi ci chiudevo dentro ma a un certo punto entrava un cavallo e mi diceva di andare via perché quella era la sua cabina. Mi svegliavo spaventatissima, correvo in camera dai miei, battevo sulla spalla di mia mamma - sempre mia mamma, anche se dovevo fare il giro del letto al buio, e chiedevo se potevo dormire lì con loro. Lei ovviamente infartuava, sentendosi toccare al buio mentre dormiva. Quando sono diventata appena più grande mi hanno insegnato ad accendere la mia lucina: allora l'accendevo, correvo in camera dei miei e accendevo la lucina di mia mamma, tornavo indietro in camera mia e spegnevo la mia lucina, poi tornavo da lei e dormivo lì. Immagino fosse comunque traumatico, ma un po' meno spaventoso.
Mi ricordo una volta, ma ero un po' più grande, in cui ho sognato di essere in una stanza piena di teste umane appese alle pareti, uscivo dalla stanza e al di là della parete c'erano tutti i corpi, dritti paralleli al pavimento.

Quando sono cresciuta non ho più avuto incubi ma nemmeno molti sogni. Poi abbiamo cambiato casa, siamo venuti a vivere dove ancora vivono i miei, non sono più andata a dormire con i miei (devono essere stati molto felici). Durante il periodo dell'università ad ogni esame ho avuto la classica notte prima degli esami: andavo a letto che mi sembrava di essere tranquilla, ma poi sognavo di avere il compito in classe con i compagni dell'asilo che erano piccoli ma sapevano più di me, che ero andata in aula in pigiama e senza scarpe, che mi si rompevano tutte le penne con cui cercavo di scrivere, che il professore che teneva l'esame era la mia compagna delle elementari figlia della prof nazi che avrei avuto alle medie (ciao Ines). Non li considero però veri incubi spaventosi, nel senso che mi svegliavo agitata sì, ma non con la paura di morire. 
Anche senza incubi non sono comunque mai stata coraggiosissima di notte: c'è stato un periodo in cui non potevo assolutamente essere l'ultima ad andare a letto, anche se stavo facendo qualcosa o guardando la tv, se vedevo che l'ultimo che era in piedi stava per andare a letto diventavo flash a mettermi il pigiama e andare in camera per non essere l'ultima a spegnere la luce. Ho dormito con l'orso Orso fino a pochi anni fa, ogni notte. Ora che vivo sola OVVIAMENTE L'HO PORTATO, ce l'ho sul comodino, so che è lì, ma ogni tanto ancora mi serve e me lo prendo.

Ma come non parlare dei molti anni in cui non ho dormito scoperta: sì, beh, non sono ancora finiti quegli anni. Siamo tutti d'accordo che il lenzuolo ti protegge giusto? Che bisogna dormire con il lenzuolo che copre fino al naso, perché se qualcuno viene ad accoltellarti la testa è immune, ma il lenzuolo serve a proteggere il resto del corpo? Che se fa caldo puoi tirare fuori il piedino per qualche minuto, ma mai mai mai lo puoi sporgere fuori dal perimetro del materasso, perché altrimenti i mostri che sono sotto al letto e lo afferrano?

Michela e il bio, una confessione

Dopo settimane, mesi, anni di titubanza ho accettato i prodotti bio nella mia vita, iniziando da shampoo, balsamo, maschera e aggiungendo poi altro.

Devo confessare purtroppo che l’unico motivo che mi ha spinto a provare è che mi si promettevano capelli bellissimi, mentre non ero molto interessata né al fatto di buttarmi addosso siliconi, petrolati e altro di cancerogeno, né ai danni che questi prodotti provocano all’ambiente. Non è un bellissimo discorso da fare, lo so, lo so.
Vittima del terrorismo psicologico di chi era passato ai prodotti bio prima di me, e continuava a dirmi “per 2-3 mesi avrai capelli di merda, poi bellissimi”, ci ho messo davvero un secolo a decidermi perché i miei capelli sono già belli e richiedono zero manutenzione, quindi non vedevo il motivo di dovermi sorbire quei 2-3 mesi di capelli di merda. Però ero curiosa, quindi un giorno ho comprato shampoo, balsamo, crema, olio (spendendo un patrimonio) e ho iniziato il tutto, per altro con una serie di flaconi di prodotti “normali” ancora da finire e di scorta nell’armadietto.

La reazione dopo uno, due, tre lavaggi è stata: tutto qua?

Niente di negativo per carità, ma neanche niente di positivo: non ho subito i 2-3 mesi di capelli di merda e non ho visto differenze, se non il fatto di aver speso 6 euro e passa per uno shampoo. In un forum a caso di pazze fissate con i capelli, ho letto che il motivo per cui c’è questo passaggio di capelli brutti è che lo shampoo cattivo (BRUTTO! CATTIVO!) non cura i capelli danneggiati ma li riveste, quindi quando i siliconi vengono lavati via i capelli restano danneggiati e “scoperti”, e ci vuole un po’ di tempo perché lo shampoo buono li ripari e tornino ad essere belli, ma a quel punto saranno belli e sani. E voi non vi sareste buttati addosso cose dannose per voi e per l’ambiente.

Non avendo visto conseguenze, ho concluso che i miei capelli non erano danneggiati. Nel frattempo in preda alla mania del bio avevo comprato altri 4 tipi di shampoo. Mi sono indebitata, ho dovuto far prostituire il mio orso di peluche Orso, ho approfittato per mettermi in dieta per comprare meno da mangiare.

È successo però che li sto finendo… e non credo sinceramente che continuerò. Sono una brutta persona: non riesco a farmi spaventare dalla presunta dannosità di questi prodotti per noi: in fondo me li metto sui capelli e i capelli sono una cosa morta, ok la cute no, però poi li lavo via no? lo shampoo cattivo mi penetra nella scatola cranica e mi brucia il cervello? Non sono nemmeno, purtroppo, scusate, così consapevole dei danni che questi prodotti provocano all’ambiente. E la mia povertà supera anche quel poco di coscienza ambientale che ho. Con il prezzo di uno shampoo bio ne compro 4 dei miei amati Ultradolce.

Ho invece iniziato a usare alcuni cosmetici bio o comunque con ingredienti buoni: crema viso e corpo, siero, sapone detergente per il viso, struccante. Se qualcuno a questo punto avesse un pochino cambiato idea e avesse iniziato a pensare che non sono proprio del tutto una brutta persona NO, vi spiego subito che no. A me piacciono i trucchi belli, mia mamma mi ha inculcato questa cosa che devi comprare la crema da 50 € perché è bella e funziona di più. Mi piacciono le confezioni belle, mi piace che la marca sia conosciuta, anche se poi non è vado in giro con la confezione Lancome in testa. È successo però che EHI DI NUOVO, SONO POVERA. Quindi no Lancome, no Clinique, c’è l’affitto da pagare entro il 10 del mese e mi sono messa a cercare qualcosa che costi poco. Però io soffro, se vedo la scatolina bianca Nivea o quella plasticosa di Garnier, io soffro, sto proprio male dentro. Ho bisogno almeno di un valore aggiunto e i prodotti bio mi sono venuti in aiuto: non sto comprando una crema Lancome, ok, il vasetto è semplicemente in vetro rotondo, la marca scritta in Arial 14, il tappo orribilmente fucsia e opaco, però mi sto spalmando una cosa buona, che mi fa bene, il bio è di moda e ho speso solo 12 euro.

Cercare scuse per autoconvincersi a spendere meno non sono proprio convinta che sia da sani di mente, ma alla fine sto facendo la cosa giusta, per i motivi sbagliati ok, ma l’importante è il risultato no?
Che poi, a dirla tutta, è venuto fuori che sono davvero più buoni e mi sto trovando da dio.

Ho anche iniziato a sostituire i vari detergenti per la casa con prodotti bio-vegan-salcazzo che ho trovato semplicemente al supermercato e che costano anche meno dei prodotti più famosi (no, è probabile che non lo farei se esistessero solo quelli dei supermercati biologici che piuttosto conviene andare in gioielleria).

Ripeto, l’importante è il risultato, no?
Poi giuro, ad essere più informata e consapevole ci sto provando.

Ho letto La ragazza del treno, ed è colpa di David Foster Wallace.

Ogni tanto succede che resto incastrata in un libro. Può essere colpa del libro in sé o colpa mia, che non sono concentrata o sono stanca o semplicemente in quel periodo ho bisogno di un altro tipo di storia.
Resto incastrata e non riesco ad andare avanti, leggo poche pagine per volta la sera a letto e mi viene sonno subito, anche se sono solo le 22. Allora qualche sera non leggo più, inizio una nuova serie tv, lo riprendo nel fine settimana ma non mi ricordo più dov'ero arrivata, cos'è successo prima, chi si chiama come. E lo lascio là. Finisce che non leggo più, a volte per settimane.

E tutto questo perché non mi piace abbandonare i libri, anche se li trovo troppo pesanti o non mi piacciono, non mi decido a iniziare qualcos'altro.
Per la cronaca, i miei grandi insuccessi erano fino a pochi giorni fa solo due: "Lessico famigliare" della Ginzburg quando ero a scuola, "Pastorale americana" di Roth, qualche anno fa (prima o poi li riprenderò, di certo non riesco a vivere con la consapevolezza di questo insuccesso a lungo).

Per uscire dal circolo vizioso devo leggere un libro demmerda, di quelli che leggi in quattro ore e quando li hai finiti odi il libro, i personaggi, l'autore e te stessa per aver avuto la malsana idea di iniziarlo. Odio tutto, ma riprendo il giro e mi torna voglia di leggere.

È per questo, caro DFW, che è colpa tua se ho letto "La ragazza del treno".

Ho letto fin'ora solo un paio di sue cose, qualche racconto e "Una cosa divertente che non farò mai più", che davvero mi ha fatto ridere tantissimo. Non so se avevo mai riso leggendo un libro, pianto sì, un sacco, ma riso mai. Lo leggi e ti senti male perché pensi a Noi, qui sull'internet, che pensiamo di essere geniali e di far tanto ridere e invece siamo solo dei dilettanti.
Allora sono partita per la maratona, sulle ali dell'entusiasmo. Come quando ho letto Palahniuk tutto di seguito o Welsh. O Hornby
Sono partita alla grande ovviamente, partiamo dal capolavoro, partiamo da "Infinite jest".
Prendo il mio kindle e leggo, leggo, leggo, ero abbastanza tranquilla, il libro passa da un personaggio all'altro apparentemente senza connessione tra loro (si spera che poi si spieghi qualcosa, in realtà conoscendo il personaggio non è detto ma vabbè) però non è pesante. Tra l'altro, pensavo che il kindle non funzionasse perché avevo letto per ore e la percentuale di lettura era ancora all'1%.
Poi sono andata in libreria e l'ho visto.
"Ah ecco perché sono ancora all'1%".

Non ce l'ho fatta, ma senza patemi, ho lasciato stare e ho deciso quando avrò qualche giorno di ferie, quando non avrò problemi ad andare a 200 pagine al giorno. Ma non si tratta di un abbandono, è solo un rimandare.
Non potevo però rinunciare alla maratona e ho iniziato LUI.
La scopa del sistema.
...
...
...
Mi ha ucciso. U.C.C.I.S.O.
L'ho iniziato da almeno un mese e mezzo, sono arrivata quasi a metà, mi sono addormentata quasi tutte le volte che ci ho provato, ho guardato 2 stagioni di Chicago PD, poi finalmente mi sono decisa e ho lasciato stare.

E arriviamo a "La ragazza del treno", che mi ha cacciato mia mamma perché secondo lei è proprio bello.
E devo dire sì, è abbastanza brutto: un thriller senza un minimo di suspance e che non ti mette agitazione non è il massimo devo dire.
Però l'ho letto in due giorni, ieri sera sono addirittura rimasta sveglia fino a mezzanotte per finirlo.

E stasera mi devo cercare un altro.

Solo un'altra paranoia di cui non avevo ancora parlato

Presente quella situazione tipica da macchinetta del caffè in ufficio no? Stai andando a prendere un caffè, sei sovrappensiero quindi non fai molto caso a quello che hai attorno, arrivi alla macchinetta e vedi che c'è qualcuno ma ormai hai la chiavetta gialla in mano e il passo spedito ed è troppo tardi per fingere di stare andando alla fotocopiatrice o in bagno, tocca aspettare. Con lui: questa persona che in fondo conosci, la saluti la mattina quando la vedi e se la incroci anche quando esci, magari capita che finite nello stesso giro di mail, forse una volta eravate insieme a pranzo e quindi sì la conosci, ma in realtà non la Conosci: non ti ricordi il suo cognome, non sai dove vive, se è sposata o ha figli, se era team Oasis o team Blur e se guarda Game of thrones. Ed ora devi passare questi due minuti mentre finisce il suo caffè e prendi il tuo. Dici che saranno due minuti, aspetti giusto che esca il tuo caffè e te ne torni a berlo alla scrivania. Sì ma 2 minuti, DUE LUNGHISSIMI MINUTI. Quante parole si possono dire in due minuti? Tante, se ne ne possono dire tante, se una delle due persone è Paolo Bonolis non ne parliamo neanche.

Dialogo tipo:
"Allora come va?"
"Eh dai, tanto da fare ma tutto ok"
"Sì, e la settimana è appena iniziata/menomale che manca poco a venerdì"

E sono passati tipo 20 secondi.
E adesso?
Adesso una persona normale parlerebbe tranquillamente di una cosa a caso: del tempo, dei figli, di quello che sta facendo a lavoro, di quanto fa schifo quel caffè, di cos'ha fatto nel fine settimana o cosa farà nel prossimo, di cose completamente che vengono fuori con naturalezza anche se sono inutili.
Io? Io no. Io in una situazione del genere guardo la macchinetta, sorrido nervosa, abbasso la testa, sussurro "muoviti caffè muoviti" e apro la portina prendendo il bicchiere in anticipo e con molta probabilità anche ustionandomi.

Sono nata priva della capacità di fare small talk, ascolto tutto il giorno i colleghi rispondere al telefono e aggiornarsi sulle rispettive famiglie, mentre io esordisco sempre e solo con "Ciao senti, ti devo chiedere una cosa" [poi un'altra volta parliamo anche dei miei problemi nel parlare al telefono eh].
Non ce la faccio, i livelli di confidenza ammessi sono due: "non ti conosco - non ti parlo" e "non ho problemi a dirti niente, neanche se devo andare a fare pipi", il mio cervello non concepisce quella chiacchiera disinteressata giusto per passare il tempo ed essere educati.
Vie di mezzo? No.

E chi ha detto che dietro uno schermo è tutto più facile ancora non mi aveva conosciuto, perché sì certo, non siamo faccia a faccia quindi l'effetto vergogna dovrebbe essere minore (seh, come no). Ecco, se per favore mi dite come continuare il discorso con la mia ex compagna di corso che mi ha scritto... perché io oltre il reciproco "Come va" non so più come continuare.

Mi sembra un po' difficile ultimamente fare le cose

Mi sembra un po' difficile ultimamente fare le cose. Tutte le cose, in generale, proprio quelle normali.
E non so come fare quindi da qualche giorno ho inaugurato questa cosa nuova: faccio finta, copio gli altri, quelli che mi sembrano ok. In pratica recito la parte con la consapevolissima speranza di autoconvincermi.
È un po' quella sensazione che abbiamo provato tutte alle medie guardando per la prima volta Save the last dance, che pensi "Minchia, voglio fare la ballerina" e il giorno dopo vai a danza sentendoti come se anche tu potessi andare alla Julliard e ci credi un casino e per 4 giorni sei tutta convinta, poi te ne dimentichi e ciao, ma quei 4 giorni sono stati bellissimi. Io non ho mai fatto danza, per dire, e comunque provavo quella cosa e mi veniva la voglia di iniziare.
Ma la cosa peggiore è quando vedi gli altri fare le stesse cose che fai tu, e però gli altri ti sembrano più belli, felici, spensierati e magari non è vero ma per te invece lo sono. Belli, felici, spensierati. Allora io li guardo e faccio le stesse cose che faccio tutti i giorni ma invece che sentirmi come mi sento io, provo a sentirmi come si sentono loro. Bella, felice, spensierata.
Allora la mattina mi preparo come se fossi una delle fighe della scena iniziale de Il diavolo veste Prada, entro in riunione sentendomi sicura e competente come Kate Hudson in How to lose a guy in 10 days, vado in palestra credendo di amare la palestra come le fighe dei profili fitness di Instagram, faccio la spesa come Cameron Diaz in The holiday, ceno da sola ma preparandomi il piatto per bene come Mandy Moore nel suo fighissimo loft in Because I said so, faccio aperitivo con le amiche come Emma Stone in Crazy, stupid, love.

Faccio finta.

Gli uomini sono come noi


Secondo questo articolo gli uomini vanno in palestra con la foto di Brad Pitt in Fight club e chiedono di avere quel fisico, come noi femminucce che andiamo dal parrucchiere con le foto del long bob di Emma Stone (voi, io non mi farò mai il long bob) o della frangia di Zooey (voi, io non troverò mai il coraggio di farmi la frangia) o del colore di Jennifer Aniston (voi, io non mi farò mai la tinta).

Ma la cosa veramente bella è leggere i commenti, è lì che ti rendi conto che gli uomini sono proprio come noi. Cioè intendo, proprio idioti come noi.
Non è bellissimo ed estremamente consolatorio?

C'è il partito di quelli demoralizzati dentro ma convinti fuori secondo cui col fisico ci nasci o non puoi farci niente e quindi il caro Brad, mentre tutti nascono paffutelli e rosini, lui è spuntato fuori dalla vagina bello abbronzato, oliato e soprattutto con gli addominali tartarugati e a V, oltre che con spalle e bicipiti de dio. In più vi faranno notare che cioè, non è niente di che, cioè è un fisico comune non è mica chissà che.



Poi arrivano quelli che prendono tutto sul personale: non è possibile! Io sono 4,5 cm più basso e peso 3 kg in più! Io io io io io io io.


I miei preferiti sono quelli che è così che deve essere uomo? Un uomo è tale solo se ha gli addominali? Siamo forse meno uomini noi che pesiamo 5 kg in più? Per la serie Uomo de panza, uomo de sostanza, o per dirla in rosa "oltre le gambe c'è di più".


Tra i rompiballe al primo posto quelli che la puntano sulla salute, son pure sarcastici.


Rompiballe numero 2, cioè i puristi del libro: come osate dissacrare la nostra Bibbia con tali futili argomenti.

Quei 67 che hanno commentato "The first rule of Fight club bla bla bla" li risparmio, li mettiamo insieme alle femminucce che "cury è diverso da obeso" giusto perché magari son contenti di stare tutto il tempo a ripetersi cose ovvie pensando di aver scoperto l'acqua calda.

Bene, ora c'è da capire se anche loro screenshottano i messaggi che ricevono e li inviano agli amici.

Sminuirsi state of mind

La cosa traumatica di avere poca autostima non è solo il fatto di non credere in sé stessi, ma anche la tendenza a non credere agli altri quando loro credono in te. Il che vuol dire sminuirsi da soli e sminuirsi quando gli altri ti fanno un complimento.


Che si tratti di "come stai bene con i complimenti raccolti / che bel maglione / hai fatto un buon lavoro, brava" io risponderò con una serie di "ma va non è vero /  ah il maglione l'ho preso al mercato costa 40 euro / oh sì beh era una roba da niente".
Ricordo distintamente il collega che dopo aver fatto un commento sulla mia gonna, e dopo essersi beccato in risposta uno sguardo che davvero lasciamo stare, ha ribattuto con "oh non ho mica detto che fai cagare".

Lo so che basta dire semplicemente "grazie", ma non mi viene ed è una cosa che mi sto allenando a fare ma che continuo a ritenere stupida.
Perché? NON LO SO. Ho evidentemente dei problemi psicologici, ma se una persona mi dice "che begli occhi" le reazioni che mi vengono spontanee sono:
1. Ahaha ma no, cosa dici
2. Eeeh lo so

Quindi le cose sono due: sminuirsi o fare la bulla.

Ma

È possibile cambiare una madre che ha ormai 62 anni? No, non credo sia possibile. È possibile diventare ignifughi a quello che dice la propria madre? Se c'è un modo, che qualcuno me lo insegni.
Mia mamma è la persona che più di tutte mi butta giù, mi distrugge l'autostima, mi rende insicura e ansiosa.
Mia mamma è di suo una persona ansiosa, se ha un appuntamento parte con un'ora di anticipo per non arrivare in ritardo, se deve fare una strada nuova la studia fino allo sfinimento, oppure in centro città dove non è abituata ad andare si fa portare, rinuncia. Se deve fare l'autostrada cerca percorsi alternativi. Mia mamma in 62 anni di vita è andata in ferie in 4 posti: 10 anni in uno, poi 10 in un altro, e così via. Se succede qualcosa lei pensa sempre al peggio, se mio fratello non risponde al telefono è morto, se quando mi chiama rispondo piano perché magari sto lavando i piatti e tengo il telefono in bilico lei pensa che sia successo qualcosa.
Tutte queste cose le ha trasmesse a me, e così io sono quella che arriva in anticipo anche quando cerca di arrivare in ritardo. Se devo andare da qualche parte mi dice di prendere il treno, di farmi accompagnare, di non guidare col buio. Ma è una cosa che in realtà va avanti così per tutta la vita: io, secchiona doc, non ho fatto il liceo ma un istituto tecnico, perché "metti che è troppo difficile e non ce la fai", io sono uscita fuori dal paesello solo dopo i 15 anni e solo perché guidava mio fratello.

Le classifiche di Alta fedeltà

Quelle cose che ti sembrano fighe quando le vedi da fuori e pensi le voglio fare anch'io e poi invece ti rendi conto che le fai già solo che quando le fai tu non sono così fighe, anzi. Come Seth che trascina Ryan ferito dal terremoto e per distrarlo gli fa fare classifiche delle persone con cui ha fatto a botte. Come Harvey e Mike che fanno le classifiche delle 5 migliori canzoni da discoteca, le 5 migliori separazioni, e allora gliene rubo un pochine di queste liste.
Che poi sono gli stessi discorsi che fai a pranzo a casa, mentre mio papà ripete che è ingrassato e deve mangiare meno e mangia un casino, mia mamma ripete Ssshh che devo ascoltare il tg, mio fratello si scofana tre panini e mi concentro sul mio mantra interiore i-carboidrati-no.

Libri preferiti di tutti i tempi
  1. Fight club - Palahniuk
  2. Cecità - Saramago
  3. La casa del sonno - Coe
  4. Il conte di Montecristo - Dumas
  5. I pilastri della terra - Follett
Film preferiti dai miei genitori (papà)
  1. Balla coi lupi
  2. L'ultimo dei mohicani
  3. Il buono, il brutto e il cattivo
  4. A beautiful mind
  5. Rambo
Uomini che non vivono dove vivo io, da quello che so, ma che sarebbero benvenute qualora volessero traslocare
  1. Jack Savoretti
  2. Joseph Gordon Levitt
  3. Seth Cohen
  4. Gaspard Ulliel
  5. Luca Argentero
Lavori da sogno
  1. Product manager in un'azienda del food
  2. Pasticcere/Chef
  3. Giornalista ma di quelli che scrivono le rubrichine
  4. Direttore di giornale
  5. Web marketing manager
Musica che voglio sia messa al mio funerale
  1. Just breathe - Eddie Vedder
  2. Last kiss - Eddie Vedder
  3. Let there be love - Oasis
  4. Fix you - Coldplay
  5. So real - Jeff Buckley
Attività più accattivanti da bambino
  1. Costruire e arredare la casa delle Barbie con giochi e mezzi di fortuna
  2. Mettere le cuffie e imparare a memoria le canzoni
  3. Coreagrafare le Spice Girls
  4. TRL
  5. Sparare i pugni del robot che sparava i pugni di mio fratello

Cose belle per cui sono in fissa ultimamente

Chloé Drew
Mi perdoni il mondo della moda, ma io 1500 € per una borsa non li posso spendere, l'ho trovata in pelle a 50 € in un negozietto di scarpe di quelli old style del paesello e l'ho comprata.


Orologi minimal
In principio fu il Daniel Wellington, che però si è visto così tanto che ha stufato molto presto, e a dir la verità non è che mi convincesse fino in fondo. Ora mi ritrovo indecisa tra Cluse e Olivia Burton che mi ha fatto scoprire la Iaia e quindi me ne sto qui a guardarli, in attesa che mia mamma mi chieda cosa voglio per il compleanno.
Sì, sono tutti blu beh almeno sul colore sono sicura no?


Piatti tutti diversi
Sì, lo so che la moda si è svegliata ora, ma io modestamente ho sempre pensato che nella mia casa non avrei avuto un servizio di piatti, bicchieri, tazze tutto uguale, ma cose tutte diverse un po' a cazzo. Pensa che bella una tavola con tutti piatti di colori diversi (abbinati tra basso, fondo, piccolo) ma comunque in un certo modo coerenti tra loro - cosa non difficile dato che i colori che mi piacciono sono quattro in tutto e stanno benone insieme.


Wiki commedie romantiche BELLE

Essendomi autonominata più grande esperta italiana (non voglio esagerare) di commedie romantiche belle + Essendomi stufata di dover cercare quelle che ho elencato in 5 anni di post su questo blog, ho deciso di riunirle tutte in uno solo post. Così abbiamo tutti un bell'elenco da spulciare nei momenti di crisi profonda, i post sono comunque leggibili cliccando sul tag Televisioni.

Old style
  • Harry meet Sally / Harry ti presento Sally
  • Notting hill
  • 50 first dates / 50 volte il primo bacio
  • You/ve got mail / C'è posta per te
  • Sleepless in Seattle / Insonnia d'amore
  • Addicted to love / Innamorati cronici
  • Pretty woman
  • One fine day / Un giorno... per caso
  • Dirty dancing

Le basi
  • How to lose a guy in 10 days / Come farsi lasciare in 10 giorni 
  • Friends with benefits / Amici di letto
  • The Holiday / L'amore non va in vacanza 
  • Love, actually

Classiche
  • He's just not that into you / La verità è che non gli piaci abbastanza 
  • Definitely, maybe / Certamente, forse 
  • No reservations / Sapori e dissapori 
  • Because I said so / Perchè te lo dice mamma 
  • Crazy, stupid, love
  • Something borrowed / L'amore non ha regole
  • No Strings Attached / Amici, amanti, e...
  • A Lot Like Love / Sballati d'amore

Hipster
  • 500 days of Summer / 500 giorni insieme 
  • Love, Rosie / Scrivimi ancora
  • The pretty one
  • My blueberry nights / Un bacio romantico 

Simpa / Cazzone 
  • The sweetest thing / La cosa più dolce
  • The other woman / Tutte contro lui
  • My best friend's girl / La ragazza del mio migliore amico
  • That awkward moment / Quel momento imbarazzante
  • The break-up / Ti odio, ti lascio, ti...
  • Along came Polly / ...e alla fine arriva Polly
  • Just married / Oggi sposi, niente sesso

Ne ho sicuramente dimenticate, facciamo che l'elenco è in aggiornamento...

No, quelle di Kristen Bell e Jennifer Lopez non le ho dimenticate, è che proprio sono brutte.

Quello che mi piace su instagram

Quello che mi piace su instagram ha subito un'evoluzione che ha un qualcosa di psicopatico.

Nel corso del tempo credo di avere seguito un po' tutte le categorie di "igers":

  • quelli che fotografano luoghi, a loro volta suddivisi in: quelli che fotografano il mare, quelli che fotografano i palazzi, quelli che fotografano Venezia, quelli che fotografano Parigi, quelli che fotografano le montagne
  • quelli che fanno le foto minimal
  • quelli che fotografano case
  • quelli che fotografano le cose strane ed elaborate al pc tipo i liquidi che escono dalle tazze e si congelano, riflessi modificati, tuffi spettacolari, nuvole come fumo del caffè
  • quelli che fotografano biciclette appoggiate ai muri
  • quelli che fotografano composizioni stese sui tavoli di: fiori, cibo, libri, trucchi, composizioni varie
  • quelli che fotografano animalini carini
  • quelli che fotografano vestiti

Tutti questi profili mi hanno stufato, in genere in poco tempo. Mi sono ritrovata a seguire in 3 minuti 10 profili di "book on the table", queste composizioni carinissime di libri dalle copertine colorate con l'aggiunta di materiale da cartoleria vario, tazze di caffè, foglie a cazzo. E ad eliminarli tutti, tre giorni dopo. Voglio dire, Nicoletta Reggio ok, ma alla terza foto in due giorni di scarpe stese sopra al tappeto bianco peloso basta basta bastaaaa.

Quello che ho capito è che mi piacciono i profili semplici, senza foto fatte con la reflex e composizioni studiate che si capisce che ci hai messo tre quarti d'ora e nel frattempo il caffè si è raffreddato o PEGGIO, il caffè non hai mai avuto intenzione di berlo. Non dico di non fare le composizioni, le faccio anch'io, ma voglio dire: il ramo di pino appoggiato sopra il libro aperto anche no, che poi ti casca la resina sulle pagine e ti si appiccica tutto.
Mi piacciono i profili vari che mostrano un po' tutto, ma in modo che si capisca qualcosa di chi c'è dietro: è instagram, le foto sono grandi 5x5 cm e non siamo fotografi, voglio vedere fotografate cose belle, non necessariamente belle foto.

Non sto dicendo che il mio profilo è il più naturale possibile, GIAMMAI, le foto che metto hanno tutte toni freddi, non pubblico due foto dallo stesso soggetto consecutive, la metà delle foto che carico poi le elimino perché mi sembra stonino con la gallery. È bello no? Effetto sorpresa, torni e non sai mai quali foto ritroverai.


La canzone del pelato dei Negramaro

Ho leccato via il sale dagli occhi
per saperti più forte degli altri
ho nascosto le pieghe del nostro cuscino
perché tu non possa annoiarti.


Ho rubato l'odore dei sensi
ti ho sentito con il naso che menti
ho tenuto ben stretto tra i denti il respiro
per non far sapere i tormenti.


Ho sentito il rumore del cielo
diventare ogni giorno più grande
ho copiato i frastuoni
che fanno anche gli alberi
quando la vita è ingombrante.


Ho ingoiato il sudore del mare
indossando le nuvole grigie
ho capito che tutto appartiene
al resto che manca non solo se esiste.


Vivere
non è abbastanza se
non c'è distanza che
non ti permetta di desiderare.
Perdersi
per poi riprendersi
non è dividersi
siamo sostanza che non può sparire.


Ho strappato le ali dei sogni
per cadere ogni volta sui tetti
preferisco restare coi gatti sul mondo
che tanto comunque ritorni.


E ti accorgi che quello che senti
ha radice nel posto dei santi
ma tradotto nei gesti dell'uomo
che sbaglia ogni volta si torna perdenti.


Ho invitato le nuovi stagioni
per cambiare la pelle del giorno
ho coperto ogni singola parte di pelle
del corpo con petali e fiori.


Ho chiamato per nome coi santi
troppo comodi troppo distanti
li ho convinti ad avere paura
di quelli che giocano a fare i potenti.


Vivere
non è abbastanza se
non c'è distanza che
non ti permetta di desiderare.
Perdersi
per poi riprendersi
non è dividersi
siamo sostanza che non può sparire.


Vivere
non è abbastanza se
non c'è una danza che
non ti convinca di poter volare
liberi senza rinchiudersi
e infine arrendersi
a questa stanza che non sa dormire.


Mi sono accorto proprio adesso
che non ha muri quest'inverno
dagli occhi passa solo vento
e porta via con se il rimpianto
di un cielo che non si è più spento
illudimi che adesso posso
vivere


Making a murderer

Parlavano tutti di questo Making a murderer: sconvolgimento generale, richieste di supporto morale, lacrime a fiumi. L'ho scaricato subito, ma senza grandi aspettative, già mi immaginavo lo scenario simile alle serie che stanno spopolando negli ultimi anni: freddo freddissimo o caldo da morire, neve alta un metro o ronzio di ventilatori anni 70, gente stupida o con problemi mentali, attori brutti, accenti particolari che i sottotitoli ti servono per forza.
Sbagliavo.
Intanto non è una serie tv ma un documentario che racconta una caso di cronaca giudiziaria accaduto negli Stati Uniti. Una storia vera quindi, girata nell'arco di 10 anni.
Vista la prima puntata non ero entusiasta, pensavo ok, ma cosa ci mostrano in altre 9 puntate, faranno vedere altri casi, non fa per me, non sono tipo da queste cose: non mi piacciono Chi l'ha visto, Quarto grado e programmi simili, quando al telegiornale parlano di quei casi che durano mesi o anni mi viene voglia di buttare la tv dalla finestra. Forse mi nascondo dalla realtà e qualcuno potrebbe dirmi che dovrei aprire gli occhi e vedere quello che mi succede intorno, ma io non voglio sentire cos'hanno da dirmi su Meredith o Sollecito, non voglio sapere cosa ha mangiato in carcere zio Michele, non voglio vedere un giornalista chiedere a dei genitori che hanno seppellito un figlio "come ti senti", non voglio vedere servizi con la musica ad effetto in cui delle persone vengono chiamate mostri sulla base di non si sa che cosa, e in cui tutte le vittime sono promesse del pattinaggio/calcio/basket o santi dedicati al volontariato.
Quando mi sono resa conto che era un documentario quindi ero perplessa e l'ho lasciato lì un paio di giorni. Quando l'ho ripreso l'ho finito in tempo record, una puntata via l'altra: non so se è bello o girato bene, so solo che dovevo arrivare a vedere la fine.
E la verità è che fa schifo: c'è lo schifo per la situazione che viene raccontata e di cui non voglio dire niente, ma per me, facciamo un po' schifo anche noi che non c'entriamo niente. Dura in tutto una decina di ore, e per tutto il tempo non sono riuscita a togliermi la sensazione di stare ficcando il naso in affari non miei. Certo, lo so che è la famiglia ad aver accettato di fare il documentario, so anche che far raccontare la storia di quello che è successo è un modo per denunciare e forse l'unica speranza. Non posso però non storcere il naso quando leggo "Making a murderer è la cosa vista in tv più figa del 2015", non riesco a superare lo schifo di trattare storie del genere come nostro personale intrattenimento.

2015 Books

Ogni anno quando guardo la lista dei libri letti l’anno precedente il primo pensiero è che siano troppo pochi, ed è così anche quest’anno. Ma sono comunque abbastanza soddisfatta perché 1. Ho letto cose molto buone, 2. Ho passato interi periodi senza leggere e molti di quelli che ho invece letto li ho terminati in pochi giorni. Quindi non ci ho messo 3 settimane per leggere un libro, ecco.

Di seguito la consueta lista dei libri del 2015, in grassetto quelli che consiglierei.
A questa pagina quelli degli ultimi anni.


Per i primi libri che mi sono piaciuti di più durante l'anno ho scritto un post, quando ancora scrivevo i post su questo dimenticato blog:

Il conte di Montecristo è stupendo, stu-pen-do, lo so che sono mille pagine e vi spaventa ma è veramente un libro da leggere. The catcher in the rye l’ho segnato perché v a letto, è uno di quei libri obbligatori a scuola (almeno una volta, ora leggono D’Avenia) e riletto dopo diventa più bello, tra l’altro questa volta l’ho letto in inglese e fa molto ridere perché è scritto tutto in slang ammeregano awanasgheps.
Saltatempo era in lista da sempre e non mi ero mai decisa perché ho un pregiudizio per gli italiani, sia nella musica che nei libri, e avevo fatto male. Mi ha fatto molto sorridere mentre lo leggevo perché racconta delle stesse cose che ho sentito ripetere e ripetere da mia mamma e mio papà, infatti poi l’ho passato anche a loro e anche a loro è piaciuto molto.

Ho finito l’anno con American Psycho, di cui non avevo visto nemmeno il film. Malato, schifoso ma schifoso da rabbrividire: bellissimo.

Per quanto riguarda gli altri: L'amore bugiardo purtroppo l'ho letto dopo aver visto il film, se non avessi già saputo tutto credo mi sarebbe piaciuto molto di più, I 3 moschettieri bello ma l'animo romantico non riesce a colpirmi fino in fondo, e tutte le manfrine fatte perfino prima dei duelli mi fanno venire voglia di buttare il libro contro il muro, stesso discorso vale anche per Ragione e sentimento e Persuasione.
Addio alle armi non lo ricordavo e l'ho voluto rileggere durante una giornata in piscina, sempre bello. Dovrò recuperare anche Se questo è un uomo. La banda dei brocchi devo dire non mi è piaciuto tantissimo, anche se ero partita convintissima dopo La casa del sonno che ho trovato stupendo. Funny girl, mi perdoni il mio caro Hornby ma sta un pochino perdendo il suo smalto. Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte non è granché come storia ma è molto interessante invece per capire cos'è l'autismo (ma ci sono rimasta molto male quando ho scoperto che non è scritto da una persona davvero autistica).

Ovviamente accetto consigli, soprattutto sul genere fantasy che quest'anno è incredibilmente mancato. 
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